Con la nuova Direttiva (UE) 2024/1760 (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CS3D o CSDDD), pubblicata il 5 luglio 2022 sul dovere di diligenza ai fini della sostenibilità delle imprese alimentari – che si inserisce nell’ambito del Green Deal – il Legislatore europeo ha inteso implementare gli obblighi pubblicistici gravanti sulle imprese, compreso anche quelle che operano nel settore alimentare. La predetta Direttiva si pone in linea con la di tendenza sempre più diretta ad orientare le imprese verso un successo sostenibile, diretto a salvaguardare il bene comune, che è il bene di tutti, e quindi anche degli imprenditori. Proprio in tale ottica, con la Direttiva CD3D sono state introdotte dettagliate e minuziose procedure – applicabili, appunto, anche alla sostenibilità delle imprese alimentari – finalizzate a evitare comportamenti aventi impatti potenzialmente negativi sui diritti umani e sull’ambiente. La Direttiva europea – che appare complicata e in certe sue parti poco chiara – impone in tema di sostenibilità alle imprese alimentari superiori ad una certa dimensione che operano in Europa, una serie di obblighi diretti a calmierare (e possibilmente) scongiurare le conseguenze ambientali e sociali negative. Nuove autorità – dotate di poteri ispettive e sanzionatori – sorvegliano l’adempimento dei predetti obblighi finalizzati appunto ad incentivare le imprese alimentari a compiere scelte che si pongono sempre più in linea con le politiche europee in ambito ambientale e sociale. In particolare, attraverso il predetto intervento normativo, il Legislatore europeo intende migliorare l’intera supply chain ed estende gli impegni ambientali e sociali a tutta la catena di approvvigionamento, confermando anche in questo specifico contesto la sua tendenza a responsabilizzare ex ante (piuttosto che ex post) sotto il profilo della sostenibilità l’impresa alimentare per gli impatti sociali derivanti dall’attività d’impresa stessa. Alla luce delle predette considerazioni, con specifico riguardo alle problematiche che concernano la sostenibilità e che coinvolgono le imprese alimentari, lo Studio aiuta le aziende ad orientarsi nella comprensione della complessa normativa europea che non solo ha introdotto rischi e oneri rilevanti per le imprese alimentari stesse, ma che in alcune sue parti risulta essere alquanto lacunosa. Inoltre, lo Studio offre assistenza e consulenza alle aziende con riguardo agli obblighi degli amministratori, al fine di individuare quando sussista un obbligo per questi ultimi di perseguire un successo sostenibile nel lungo periodo, ossia quando gli amministratori devono astenersi da politiche gestorie che, pur potendo risultare molto profittevoli, nel lungo periodo comportano rischi eccessivi di perdite future. Lo Studio offre assistenza e consulenza anche con riguardo alle conseguenze civilistiche a cui le imprese alimentari potrebbero andare incontro qualora non rispettino le disposizioni legislative o non adempiano agli impegni sociali imposti dal legislatore, oppure ancora, non rispettino il dovere di gestire l’impresa secondo una prospettiva di lungo termine. Per un approfondimento in materia di responsabilità sociale d’impresa, v. Magli, Pratiche commerciali scorrette e rimedi civilistici nel contesto della responsabilità sociale d’impresa, in Contratto e impresa, 2/2019, 716