Economia circolare e imprese alimentari sostenibili

Attraverso la crescente attenzione anche al settore della sostenibilità alimentare, il legislatore europeo si propone di raggiungere una filiera alimentare sostenibile che possa condurre a regimi non solo più sicuri, ma anche maggiormente sostenibili e, a tal fine, pone particolare attenzione alle questioni ambientali, sanitarie, societarie ed etiche.

Gli strumenti posti in essere dall’Unione europea diretti a perseguire gli obiettivi previsti nel c.d. Green Deal e gli atti dell’Istituzione europea nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare confermano la tendenza europea a definire una strategia di crescita alimentare sostenibile che intende condurre l’Europa verso una neutralità climatica competitiva ed efficiente. In tale prospettiva, l’obiettivo di costituire una filiera alimentale sostenibile che funzioni per i consumatori, i produttori, il clima e l’ambiente deve essere perseguito anche dagli imprenditori e dalle società che intendono rimanere al passo con il sistema produttivo.

Si tende quindi verso una pianificazione diretta a prevedere una economia circolare in svariati settori dell’economia – incluso appunto anche quello alimentare – al fine di assicurare prodotti alimentari sostenibili, promuovere processi circolari nell’ottica di ridurre gli sprechi lungo la filiera (food loss) o nei consumi domestici (food waste).

Al riguardo occorre osservare come il settore alimentare, più di altri settori dell’economia, ha da tempo posto l’attenzione sulla sostenibilità e sulla tutela ambientare; si pensi per esempio all’adozione di sistemi produttivi sostenibili, oppure, al rafforzamento delle politiche di incentivo ai comportamenti virtuosi (a titolo esemplificativo ai metodi produttivi a basso impatto ambientale) e di disincentivo ai comportamenti dannosi all’ambiente e al clima

In linea con la soprarichiamata tendenza diretta appunto verso regimenti alimentari sostenibili, i c.d. regimi di EPR trovano pertanto un’applicazione anche nel settore agroalimentare e rappresentano senz’altro uno strumento di prevenzione della produzione di rifiuti.

La stessa direttiva (UE) 2018/851 riconosce espressamente che uno degli strumenti per l’efficacia raggiungimento degli obiettivi europei in tema di economia circolare  e di  sostenibilità alimentare è rappresentato dalla prevenzione e dalla riduzione dei rifiuti alimentari nella produzione primaria, nella trasformazione e nella fabbricazione, nella vendita e in altre forme di distribuzione degli alimenti, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione, nonché nei nuclei domestici.

Il predetto obiettivo diretto appunto verso la sostenibilità alimentare può essere raggiunto, oltre che implementando i regimi di EPR in chiave di etichettatura ambientale, anche qualora ai produttori di alimenti spetti la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui l’alimento diventa un rifiuto.

Infatti, porre i costi di gestione del fine vita dei prodotti alimentari (compresi quelli degli imballaggi sia primari che in secondari) in capo al produttore di alimenti induce i produttori e i distributori di alimenti a tenere concretamente in considerazione l’effettiva domanda di mercato, limitando le eccedenze e gli sprechi alimentari lungo l’intera filiera agroalimentare. Inoltre, in tal modo procedendo, si incentiva l’invenzione di modelli di eco-design e upcycling dei processi produttivi alimentari in grado di dare attuazione a modelli improntati alla sostenibilità alimentare che privilegiano l’impiego di risorse materiali ed energetiche rinnovabili e di trasformazione dei rifiuti e/o scarti in una risorsa di alta redditività.

La progressiva riduzione della produzione di rifiuti alimentari è riconducibile anche al recepimento da parte degli Stati membri della direttiva (UE) 2019/904 (c.d. Single Use Plastic” o “SUP”) che trova appunto il proprio fondamento nel principio della responsabilità estesa del produttore. In linea con gli obiettivi perseguiti dal piano d’azione del 2015 la direttiva SUP promuova approcci circolari che privilegiano prodotti in plastica in linea con l’ambiente sostenibili e non tossici, cercando di superare l’utilizzo dei prodotti monouso, con l’obiettivo primario di ridurre le quantità dei rifiuti.

A livello nazionale la direttiva SUP è stata recepita con il d.lgs. 196/2021 il quale trova applicazione per tutti i prodotti in plastica monouso, nonché per i materiali e gli oggetti destinati al contatto con gli alimenti.

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